Per lunghi anni sono stata incapace di chiedere aiuto.
In quei momenti il dolore era con me.
Una presenza fissa.
-Mi trascino.
Vomito.
Non mangio.
Ho paura.
Sei con me, mio dolore.
Tu ci sei.
Non lasciarmi, almeno tu.
Stai qui.-
E lui rimane.
Con me.
In me.
Mi penetra sinuoso.
Con lenta gentilezza trasformandosi in prepotenza, si muove in me, mi accarezza, mi fustiga danzando.
È Difficile separarsi da chi si è sempre occupato di te.
Anche quando ormai la tua vita è pervasa dalla bellezza, anche quando tutto è luminoso.
Anche quando tutto è perfetto.
Dolore straziante, dolore limitante, dolore che si trasforma in piacere nel letto, nel sesso.
Mio dolore, mio amante, mio amore.
Sai quando arrivare.
E se non giungi ti cerco negli altri, ed altri ancora, per farti mio.
Sei mio.
Solo mio.
Ingorda di dolore: così presente, così fedele.
Come posso abbandonarti?
Come faccio a dirti che non mi servi più, ora che sto bene?
Torneresti se avessi ancora bisogno di te o fuggiresti sentendoti tradito?